Concediti un'ora felice!
Happy Hour, un momento sempre più diffuso dalle origini scconosciute.
A tutti noi sarà capitato di partecipare al rito dell'happy hour, ma ne conosciamo la storia e l'origine?
Andiamo a scoprire insieme qualche curiosità su un momento della giornata che è entrato a far parte della vita quotidiana di tutti da qualche anno ormai, eppure forse nessuno si è mai chiesto dove nasca questa “ora felice” che tutti amano concedersi.
Le origini del termine affondano le radici nella cultura americana di fine Ottocento con l’ “Happy Hour Social Club”, un ente caritatevole che organizzava laute feste e banchetti nuziali. Nei primi del Novecento l’happy hour diventa addirittura strumento di propaganda per le suffragette: non solo il voto, la parità, l’uguaglianza ma anche entrare in un bar senza essere guardate con sospetto o, peggio, respinte. A cavallo degli anni Sessanta e Settanta l’happy hour raggiunge il suo apice con la pubblicazione, in America, di diversi volumetti destinati a guidare i padroni di casa nella realizzazione di feste a base di cocktail e stuzzichini: gli “Happy Hour Bar Guide-45 recipes”.
Col tempo happy hour diventa sinonimo di bevute a prezzo scontato. Nei paesi anglosassoni inizia a confondersi con la nota operazione di sconto “prendi 2 drink, paghi 1”.
E arriviamo fino a noi.
Milano, metà anni Novanta. Un’Italia scossa da un terremoto politico che, paradossalmente, genera voglia di rinnovamento e rinascita. È in questo periodo che un barista della scena milanese inaugura una nuova formula che prevede il servizio di drink accompagnato da un ricco buffet.
Questo fenomeno si diffonde rapidamente in tutto il Paese e, nel giro di pochi anni, da un momento di condivisione e socializzazione durante il quale stuzzicare l’appetito prima di cena, diventa un vero e proprio assalto a montagne di pizze, panini e snack in ogni angolo del locale, trasformandosi in una formula “cena veloce & drink, a costi contenuti”.
L’happy hour, inteso quale evoluzione del concetto classico di “aperitivo”, è diventato così negli ultimi anni un fenomeno di costume tutto tricolore, un momento irrinunciabile per milioni di italiani che, tra le 18 e le 21, si concedono un momento di relax e gusto con gli amici…
Organizzare un happy hour può essere un’alternativa originale per festeggiare qualsiasi occasione: un compleanno, una festa di laurea, una semplice rimpatriata tra amici... insomma, ogni scusa è buona!
Gli ingredienti per un Happy Hour che si rispetti?
Indovinare il cocktail giusto è il primo segreto. Dai vini (i più indicati sono i bianchi secchi e i rosé) ai bitter, dai Vermouth (bianchi o rossi) agli aperitivi in bottiglia (Aperol, Campari), fino ai cocktail di differente gradazione alcolica, come il Negroni (nato a Firenze negli anni Venti del Novecento, a base di gin, Campari e Vermouth rosso) e l’intramontabile Spritz (originario di Venezia e ottenuto dall’unione di vino bianco o Prosecco, bitter e acqua tonica). Per chi non ama l’alcol le proposte spaziano dal bitter bianco o rosso ai soft dinks (chinotto, acqua tonica, cedrata).
Scopri cosa ti consiglia Decò e goditi la tua Ora Felice!